
Stiamo assistendo negli ultimi tempi ad un proliferare di nuove realtà commerciali, denominate Grow Shop, il cui business core è costituito dal commercio di canapa.
La nota sostanza psicotropa viene venduta sotto vari formati: vasetti contenenti le sue pregiate infiorescenze, tisane e persino dolci nei quali l’erba viene sbriciolata nell’impasto.
Non basta, anche navigando on line è possibile procedere all’acquisto di prodotti a base di canapa su svariati siti che pubblicizzano una molteplicità di prodotti derivati della cannabis.
Vari sono i nomi sotto il quale la predetta sostanza viene venduta: canapa, marijuana light, marijuana legale…diciture che individuano lo stesso prodottola cui commercializzazione è stata resa possibile a partire dal 14 gennaio 2017 grazie all’entrata in vigore della legge 2 dicembre 2016.
Ebbene si, anche in Italia, paese proibizionista per antonomasia, è diventato possibile commerciare e acquistare legalmente cannabis!
Attenzione: la canapa in discorso ha davvero poco a che vedere con la lontana cugina illegale.
Infatti, affinché si possa procedere alla libera vendita del prodotto, la cannabis deve possedere alcune caratteristiche ben precise.
In particolare, la legge consente la coltivazione di marijuana con contenuto di THC (o delta-9-tetraidrocannabinolo ovvero il principio attivo drogante) al di sotto della soglia legale che si assesta tra lo 0,2 ed il 0,6%.
Le principali norme di riferimento in materia di stupefacenti sono il DPR 309/90 vai al link e la legge 2 dicembre 2016, n. 242 pubblicata in G.U. entrata in vigore il 14.1.17 che proprio al suo articolo 4, comma 5 fissa il predetto limite di THC affinché si possa parlare di coltivazione e commercializzazione lecita della sostanza vai al link.
Esistono poi una serie di ulteriori leggi che disciplinano i vari ulteriori aspetti della materia come ad esempio la possibilità prevista a favore dei coltivatori di canapa di ottenere contributi.
- Il Regolamento PAC 1307/2013 che riconosce la coltivazione di canapa tra quelle ammesse a ricevere i pagamenti della PAC, purché si tratti di semi certificate di varietà con tenore di THC inferiore allo 0,2% . Il Regolamento concede agli Stati membri anche la possibilità di riconoscere un aiuto accoppiato alla coltivazione di canapa.
- Il Reg.-Delegato-n.-639-2014 che integra il Regolamento 1307/2013 stabilisce che le varietà di canapa ammesse ai pagamenti sono quelle iscritte nel catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole.
- Circolare Mipaaf 8 maggio 2009 stabilisce i metodi per il controllo del THC che devono essere seguiti dalle autorità competenti e stabilisce che “il pagamento per superficie è subordinato all’utilizzazione di varietà di canapa aventi tenore in THC non superiore allo 0,2% “e che “gli operatori interessati dovranno dare comunicazione sull’impianto della coltura di cannabis sativa alla più vicina stazione di polizia (Polizia di Stato, Corpo dei carabinieri, Guardia di Finanza, ecc.)”.
- La circolare ministero della salute 22 maggio 2009ha ammesso in Italia anche gli usi alimentari del seme di canapa dichiarando sulla base delle indicazioni dell’istituto Superiore della Sanità, che “la possibilità di rilevare tracce (di THC) nei prodotti di lavorazione (farine e oli) è esclusivamente dovuta a contaminazione di organi fiorali e all’adozione di inidonee pratiche di mondatura del seme”.
- Il Decreto-09-novembre-2015 cannabis farmaceutica del ministero della salute autorizza “la coltivazione delle piante di cannabis da utilizzare per la produzione di medicinali di origine vegetale a base di cannabis , sostnze e preparazioni vegetali “(art.1), specificando che per piante di cannabis “si intendono le piante diverse da quelle di canapa coltivate esclusivamente da sementi certificate per la produzione di fibre o per altri usi industriali , come consentito dalla normativa dell’Unione europea”. In tal modo introduce una distinzione inequivocabile tra piante per usi industriali e piante per usi da droga.
- Il Decreto 4 novembre 2019 del Ministero della Salute, avente ad oggetto la “Definizione dei livelli massimi di tetraidrocannabinolo (THC) negli alimenti” (G.U. n. 11 del 15.01.20)
In altre parole, il complesso reticolato legislativo citato disciplina tutte le fasi del procedimento di produzione e commercializzazione della canapa: dal momento della selezione dei semi al momento della vendita finale, infatti, gli operatori del settore sono sottoposti ad una serie di vincoli e controlli permeanti volti ad assicurare che il prodotto finale risulti dotato di quelle caratteristiche organolettiche che lo rendano in linea con le disposizioni legislative vigenti.