
I numeri delle Rems. Insufficienti le 28 residenze italiane che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari. Un ragazzo tedesco che ruba una borsa facendo cadere per terra la vittima. E un trentacinquenne libico che a Ostia minaccia e picchia le forze dell’ordine intervenute per calmarlo. Rapina e resistenza. Reati odiosi per cui i due protagonisti delle differenti vicende sarebbero stati condannati, se il Tribunale non li avesse assolti per “vizio totale di mente”
La Corte tra febbraio e aprile 2020 ha infatti disposto che i due imputati venissero trasferiti in una Rems per due anni, uno dei centri nati per garantire alle persone con malattie di mentali l’esecuzione della misura di sicurezza e al tempo stesso l’attivazione di percorsi terapeutico-riabilitativi. Peccato però che i due siano ancora in carcere.
Il motivo? Le Rems non hanno abbastanza posti disponibili. E così gli indagati trascorrono le loro giornate in un penitenziario dal momento del loro arresto: ottobre 2018 e aprile 2019. Praticamente stanno finendo di scontare la loro pena in un carcere nonostante siano stati assolti.
“La legge 81 stabilisce un limite per la permanenza nelle Rems e i Dipartimenti di salute mentale devono elaborare piani terapeutici ad hoc per ogni recluso”, spiega l’avvocato che li assiste, il penalista Dario Candeloro, sottolineando anche la preoccupazione degli agenti penitenziari che devono prendersi cura dei due “pazienti-detenuti”.
I due casi non sono una rarità. Quello della carenza di posti nelle Rems è un fenomeno. Le 28 residenze italiane, i 624 posti, non bastano per ospitare tutte le persone che secondo i Tribunali dovrebbero essere presi in cura da queste strutture. “Voglio ricordare che il Lazio è stata la prima Regione a superare gli ospedali psichiatrici giudiziari aprendo nell’aprile del 2015 la prima Rems femminile a Pontecorvo”, ha da poco affermato l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, ricordando che la Regione ha recentemente aumentato i posti letto arrivando a 111 unità, di cui 95 maschili e 16 femminili.
Inizialmente nel Lazio c’erano 91 posti letto nelle Rems, tra Ceccano, Subiaco, Palombara I e Palombara II e gli 11 posti letto di Pontecorvo. I casi avvenuti recentemente a Roma dimostrano che c’è ancora tanta strada da fare. E la problematica si riflette anche sul sovraffollamento e la sicurezza nei penitenziari. Gli effetti del “decreto Ristori” risultano infatti modesti.
Se alla fine dello scorso ottobre i detenuti nei penitenziari erano 5.839, al 30 novembre risultano essere 5.810. Tra questi ci sono anche il ragazzo tedesco e il trentacinquenne libico. Persone pericolose che hanno necessitano di cure e che non dovrebbero stare in carcere, ma che trascorrono la loro vita dietro le sbarre.